martedì 9 giugno 2020

Caro Padre Aldo, ci vediamo di là!

 

Ieri mattina si è spento Padre Aldo Contrafatto e con lui è morta un'altra parte del Desusino.

 

 
 
Non ho più scritto del Desusino, non ho più un attimo di tempo. 
Faccio il padre, lavoro e sono impegnato sulle battaglie politiche nella città in cui vivo, Torino. 
Forse non ho più molto da dire o forse era giusto fermarsi e guardare se da tutti gli sforzi fatti per questa spiaggia, qualcosa rinasceva. Forse scrivere del Desusino fa semplicemente troppo male, l'ultimo post si intitolava "lasciatelo morire e si salverà" ed è ancora fra le bozze.
La verità, forse, è che non ci si può accanire contro il destino, forse la maturità deve insegnarti ad accettarlo o dimenticarlo.
 
La morte di Padre Aldo è stato uno scossone forte, ecco cosa mi ha spinto a scrivere ancora qui, su questo blog, in questo che per certi versi è un libro di storia del Desusino e lui, di questa storia, sicuramente era un capitolo importante!
 
Ho conosciuto Don Aldo una decina di anni fa durante un sit-in di protesta per l'abbandono della nostro litorale e fu anche grazie al suo aiuto che alcune battaglie, le più importanti, sono state messe in campo.
E' sempre stato in trincea, era un uomo libero e determinato, disponibile e cordiale.
Un grande provocatore e come tutti i provocatori era odiato, diffamato, giudicato, dava fastidio perché faceva e diceva sempre quello che pensava. Abile a scuotere le coscienze, sicuramente un ottimo comunicatore. Egocentrico al punto giusto, un artista amico degli artisti, una persona tra le persone.
 
Negli anni d'oro del Desusino celebrava la messa anche lì, C'era un residence nel quale si era organizzato. Il sabato pomeriggio dagli altoparlanti usciva prepotente e rassicurante la sua voce che il vento portava fino alle case più lontane. Poi arrivò l'abbandono di ogni cosa e come tante altre cose della sfortunata contrada, anche quel luogo cadde letteralmente a pezzi. Naturalmente lui non si perse d'animo e fu presente comunque celebrando i matrimoni al Castello di Falconara e le messe al villaggio turistico vicino.
 
Io non sono un uomo di chiesa.
 
Provengo da una famiglia prevalentemente protestante e mi sono assunto la responsabilità ad un certo punto di essere ateo, di non credere agli dei e alle religioni che mi erano state imposte ma solo agli insegnamenti dei Maestri. Un scelta che spesso ti fa sentire solo ma che ti fa vivere nel presente cercando costantemente di migliorarti e di migliorare ciò che ti circonda, nel rispetto dell'unica Madre, la Terra.
 
Quindi? Cosa mi legava a lui?
 
L'amore per il bene comune, per la propria terra, per la natura e il senso di comunità.
          Valori universali, senza età ne religione.
 
Padre Aldo era il senso di comunità fatto a persona ed era un bene prezioso per il suo paese e Butera dovrà riconoscerglielo.
 
A Butera ci sono due chiese, una sulla piazza principale e una nel quartiere popolare. 
Ovviamente la sua era la seconda.
 Era uno che stava sempre tra la gente, amava e stimava i giovani, era  sempre in strade a denunciare tutto quello che non andava in tutti i modi, con i sui post, i suoi video e in mille dirette facebook, dai telegiornali o Striscia la Notizia. Il suo impegno per il sociale era immenso e continuo.
          Aveva messo quella terra dentro il web, te la raccontava e potevi viverla ovunque tu fossi. 
Era intelligente e capace di essere sempre a tempo, sempre attuale, anzi sempre un po' più avanti. Aveva compreso subito la potenzialità dei social che usava brillantemente per ricomporre la comunità buterese sgretolata dal fenomeno dell'emigrazione, capace di raggiungere chi viveva in Germania a Catania o dall'altra parte del mondo dando notizie di nascite, battesimi e matrimoni, di chi moriva, chi si laureava o chi riceveva un premio letterario e di tutto quello che riguardava la sua amata Butera. Le sue messe erano on line e le trasmetteva con un sistema di telecamere che gestiva autonomamente mentre predicava, era il regista delle sue funzioni religiose.
 
Mentre il mondo si riorganizzava con le video conferenze a causa del Covid-19, lui era già pronto, le sue messe non si sono mai fermate.

         Apprezzavo la sua ironia e il suo essere senza padroni.

         L'ho sempre pensato come il Don Gallo di Butera e mi mancherà.


        Nella Foto a sx: IO e Padre Aldo allo Juventus Stadium di Torino. 
Lui grande appassionato di calcio e Juventino, io granata nel dna e lì per le riprese televisive dell'incontro.
        Nella foto a dx: Padre Aldo al Sit in del Desusino


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