mercoledì 16 giugno 2010

Dal noto spot di Giuseppe Tornatore al “Pericolo di Morte”


-Passando da un vincolo ambientale che nessuno ha mai rispettato-

L’aria spessa, umida, con lo scirocco fermo, grava sopra la spiaggia.
Protagonista è Monica Bellucci, oggetto del desiderio di un giovanotto moro.
In sottofondo, una melodia mormorata languidamente da una calda voce femminile.
I temi sono tutti siciliani: la solarità, la passione, la bellezza mediterranea, il voyeurismo e la fede.

Sono praticamente certo che tutti voi abbiate visto lo spot del profumo D&G. Fu girato a metà degli anni ‘90, Il Castello di Falconara (Butera CL) e la selvaggia spiaggia del litorale buterese componevano l’incantevole scenografia naturale.
Oggi però, il bianco e nero della pellicola traduce nella mia mente la realtà in un ricordo di un luogo scomparso, come quando guardi la foto di una vecchia lapide.

Come si fa a distruggere un luogo simile?
La bellezza naturale del Desusino subisce il primo attacco antropico negli anni ‘80 quando, accanto alle case coloniche assegnate ai contadini durante una riforma agraria della metà degli anni ‘60, iniziano a sorgere ville, un paio di residence, un bar, una discoteca e una strada unisce la statale 115 ad un’area d’asfalto adibito a parcheggio costruito a pochi metri dalla battigia.

Tutto questo senza un piano regolatore e quindi in assenza, tuttora, di reti idriche e fognarie, mentre le strutture sono per lo più abbandonate. Questo costringe la spiaggia di sabbia e dune, impedendole di “muoversi” e rimodellarsi a piacere dei venti e delle correnti marine dando inizio ad un lento ma costante fenomeno di erosione.

Nell’87 la politica locale sente l’esigenza di “tutelare” con un vicolo paesaggistico e ambientale la costa che tra le altre meraviglie mostra piante autoctone, arbusti spinosi come l’Eryngium maritimum e soprattutto i suggestivi cromatismi della Retama-retam con i caratteristici fusti di colore glauco e le fioriture bianche, habitat naturale di uccelli ed insetti.

Un decina d’anni fa il Comune di Gela esegue dei lavori portuali e quello di Licata crea un porto turistico. L’operato dei due comuni situati agli estremi della costa in questione pare essere la causa di un’accelerazione esponenziale del fenomeno erosivo che arriva in questi giorni al culmine, trasformando un paradiso in inferno.

La spiaggia dorata scelta da Tornatore, oggi è una striscia sottile di pietre e macerie, il parcheggio è stato inghiottito per metà dal mare che lo ha trascinato con se, trasformando le lastre di asfalto e i blocchi di cemento armato in scogli. Il mare si avvicina sempre più alle abitazioni e scava sotto le pareti di argilla e tufo provocando piccole frane.

Ciò che mi risulta difficile da comprendere è il fatto che nel 2005 la Commissione Provinciale per la tutela delle Bellezze Naturali e Panoramiche della Provincia di Caltanissetta, considera quello tra le zone di Falconara (Butera) e Manfria (Gela) un tratto di spiaggia, sicuramente singolare nel panorama costiero siciliano, caratterizzato dallo straordinario spettacolo offerto dalle dune di c.da Desusino, ancora meritevole di essere sottoposto a speciale tutela, estendendo il vincolo preesistente dichiarando l’area di “interesse comunitario“.

Nel verbale n. 48 del 25/09/2006 viene spiegato che “La necessità di saldare le aree suddette, con una semplice estensione dei preesistenti vincoli paesaggistici, risulta particolarmente opportuna in presenza di una crescente pressione antropica (zona P.I.P. del comune di Butera, progetti per insediamenti turistico-alberghieri, tunnel per colture ortive, abusivismo edilizio, svincolo SSV Caltanissetta – Gela, etc.) che, ove diversamente non contrastata e normata, rischierebbe di compromettere un tratto di spiaggia, sicuramente singolare nel panorama costiero siciliano…

Si ritiene, per quanto esposto in precedenza, che questo lembo di costa, stagliato tra le colline di Butera a nord e le due “sentinelle” del castello di Falconara e della torre di Manfria agli estremi, rispetto ai quali costituisce un unicum per peculiarità e continuità ambientale – minacciato però da una limitrofa ed estesa urbanizzazione di case sparse che insieme alle infrastrutture ed alle serre potrebbero determinare alterazioni e forte degrado e debba essere preservato nella sua identità e continuità di paesaggio marino e rurale insieme. La perdita di naturalità del paesaggio, infatti, richiede interventi di salvaguardia delle aree ancora libere e degli ambienti naturali, propedeutici al recupero ambientale, per evitare che precipiti verso modificazioni irreversibili…“.

Invece dal 2009 la zona è stata dichiarata dalla Regione Siciliana – dipartimento della Protezione Civile – Rischi Idrogeologici e Ambientali, di categoria R4 e cioè RISCHIO MOLTO ELEVATO: per il quale sono possibili LA PERDITA DI VITE UMANE e lesioni gravi alle persone, danni gravi agli edifici, alle infrastrutture e al patrimonio ambientale, la distruzione di attività socio-economico. Ad oggi non è stato approntato nessun interveto di riqualificazione ambientale.

L’11 maggio si legge su La Sicilia che una delegazione buterese si reca a Palermo per dire “no” ad un Piano paesaggistico che rischia seriamente di creare vincoli tali da non consentire alcun tipo di sviluppo e cinque giorni dopo il Sindaco Di Butera Luigi Casisi dichiara: “ho chiesto l’incontro con l’assessore al territorio ambiente On. Giovanni Di Mauro, sperando mercoledì possa incontrarlo per constatare ed avere la certezza dell’uscita dei bandi relativi al ripristino delle coste. Noi abbiamo previsto, come si evince nel piano triennale dell’opere pubbliche due preliminari così distinti:

1 fenomeni erosivi delle coste, ripascimento delle spiagge del litorale buterese, prevediamo di poter partecipare al bando quest’anno, considerato che l’importo previsto è di 17.095.210,00 di euro, presenteremo progetti a stralci;

2 salvaguardia ripristino e consolidamento delle coste delle spiagge oggetto di erosione, quindi salvaguardia delle coste e miglioramento fruizione turistica, questo si prevede la partecipazione nel 2011, considerato che il costo previsto è di 10.329.138,00, anche qui presenteremo progetti a stralci.

Perché a stralci? Sono somme elevatissime, possono non essere finanziate, ma la nostra priorità sarà data al piazzale (parcheggio n.d.r.) Desusino…”.

Qualche settimana dopo si vede costretto ad annunciare alla stampa un’ordinanza che vieta la balneazione per “pericolo di crolli e frane“, bloccando quello che lui stesso ha definito “il volano dell’economia locale” mentre l’estate bussa alla porta.

A questo punto sarebbe naturale chiedersi: a cosa o a chi servono i vincoli di tutela di un luogo? Perché nessuno li rispetta? Perché il Comune di Butera, malgrado ne abbia tutto l’interesse, non ha mai accertato le presunte responsabilità dei Comuni adiacenti e degli enti che hanno il compito specifico di tutelare quelle parti di territorio sottoposte a vincolo paesaggistico ai sensi di legge?

L’articolo 9 della Costituzione dice:
La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.

Già…ma chi ci tutela da chi non tutela?




Ringrazio BlogSicilia e Sonia Alfano per aver pubblicato questo articolo.

Dolce & Gabbana sotto il Castello di Falconara

Nel 1992 fu girato uno degli spot pubblicitari più belli.
Chi sa apprezzare la bellezza scelse come location il nostro castello.
Sembra che soltanto chi dovrebbe tutelarlo non si accorga di tale meraviglia.
Oggi, tra quelle scenografie naturali, sorge un lussuoso albergo per VIP (Charming house & resort ****)
a quali mostriamo, privi d'orgoglio, l'incapacità di apprezzare simili tesori.
In Liguria hanno trasformato spiagge di ghiaia e pietre in miniere d'oro, noi miniere d'oro in discariche.
Villeggiamo tra l'immondizia e non dispensiamo da questa neanche i nostri ospiti.

Dai Profumi alla Spazzatura

Dai Profumi alla Spazzatura
Spiaggia di Falconara, Hotel Charming house & Resort ****

Una truffa chiamata ripristino

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