martedì 18 giugno 2013

Off-shore poco Off-shore


 L'incubo Off-Shore si abbatte nuovamente sulla nostra costa.
Dopo aver raccolto ogni tipo di "No" possibile sia dalle istituzioni che dalle associazioni cittadine, lo stesso progetto rientra dalla finestra.
La VIA è stata data dal Governo "abusivo" Monti lo sorso 27 settembre 2012 alla Mediterranean Wind Offshore S.r.l. società del Gruppo Termomeccanica con sede a La Spezia. Il Gruppo ha come maggior azionista Intesa San Paolo (37%), la banca amministrata da Corrado Passera fino al giorno prima di diventare Ministro dello Sviluppo Economico del Governo Tecnico che avrebbe salvato l'Italia.
Il Ministro, dopo essersi fatto tirare le orecchie da Travaglio, vende le azioni della Banca per evitare che si parli di Conflitti di Interesse trasformando al limite il tutto in classiche combinazioni all'italiana.
L'Italia non si è salvata e se questo parco eolico così come è pensato vedrà la luce, di sicuro questo lembo di terra e mare non si salverà dall'essere sempre più una zona industriale (come se il petrolchimico Eni a terra e la piattaforma petrolifera più grande d'Europa in mare ben visibile dalla costa non bastassero) anziché il parco naturalistico che era e merita di essere, quello che i vincoli paesaggistici e ambientali dovevano far continuare ad essere e che l'ignoranza invece affossa insieme alle sue potenzialità socio-economiche.




La Mediterranean Wind Offshore propone, anzi ripropone un progetto ormai obsoleto che prende corpo da uno studio commissionato alla Cooperativa Nautilus di Porto Salvo (VV) nel 2004, bocciato nel 2010 e riesumato dunque due anni dopo con due modifiche: il numero di generatori che si riducono da 113 a 38 per amor di pace con Eni e le sue concessioni di sfruttamento petrolifero che non gradisce l'invasione di campo "L'interferenza è stata tuttavia eliminata in accordo con la stessa Eni attraverso una riduzione dell'area di sviluppo" e la posizione delle sottostazioni non più off-shore ma a terra, il che comporterà tra le altre cose anche degli espropri.
Infatti nell'avviso pubblicato il 3 giugno 2013 dalla società si legge:
  • Le opere per la realizzazione degli impianti sono di pubblica utilità, indifferibili e urgenti e per tanto la società richiede l'apposizione del vincolo preordinato all'esproprio per la realizzazione delle stesse.
  • ...il presente avviso costituisce comunicazione di avvio del procedimento ai sensi degli art...etc..etc.
Insomma la frittata è quasi cotta e se c'è proprio una cosa che non mi torna è "l'urgenza" che di solito è la parola magica per rendere tutto possibile, così come ci insegna il "metodo" Protezione Civile del Governo Berlusconi.
Oltretutto lo studio di impatto ambientale è stato prodotto nel 2008 quindi prossimo alla scadenza e salvo magie burocratiche dovrebbe esser rifatto, allora che fretta c'è?

Non è l'eolico in se il problema (anzi ben venga qualunque fonte di energia rinnovabile purché compatibile) ma il modo con cui lo si propone.

Tutti i parchi realizzati in Europa sono stati posti in media a 35 km dalla costa.
E’ stato inaugurato in Portogallo, l’impianto eolico galleggiante WindFloat ed è stato posizionato a 350 chilometri di distanza dalla costa di Aguadoura.
Eppure, nell'isola di nessuno, si pretende di piazzarli a 3810 metri dalla battigia, creando un danno paesaggistico incalcolabile.



E i vincoli naturalistici, ambientali, paesaggistici? Nella Via (Valutazione di Impatto ambientale) del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del territorio e del Mare sono descritte a pag.3 le acrobazie per evitarli:

  • PRESO ATTO che l'area di realizzazione del parco eolico è posto a circa 5 miglia nautiche dal SIC ITA050008 "Rupe di Falconara", a circa 2,5 miglia nautiche dal ZPS ITA050012 "Torre di Manfria, Biviere e Piano di Gela", a circa 2,5 miglia nautiche dal SIC ITA050011 "Torre di Manfria"a circa 13 miglia nautiche dal ZPS ITA050011 "Torre di Manfria e Macconi di Gela";
  • PRESO ATTO che l'area di interesse naturalistico "Biviere di Gela" è una delle più importanti aree di sosta durante le migrazioni di uccelli acquatici dall'Africa al Nord Europa e fa parte delle zone umida italiana riconosciute dalla Convenzione di Ramsar;
  • PRESO ATTO che è stata predisposta una Valutazione di Incidenza le cui conclusioni sono che " dalle indagini condotte emerge che il Golfo di Gela è interessato dal passaggio di avifauna migratoria. Tuttavia dalle osservazioni sul campo e dalle informazioni disponibili nella letteratura di settore, a livello internazionale, è stato possibile definire che la percentuale di uccelli che si avvicina agli aerogeneratori è quasi nulla."...

La Mediterrenean Wind s.r.l assicura che "numerosi studi confermano che la mortalità da collisione dovuta agli aerogeneratori non è biologicamente significante."

Insomma, sono riusciti a trovare un "non luogo" perfetto, l'unico punto possibile per rovinare il paesaggio e tritare avifauna a norma di legge.

Oltre ai vincoli suddetti va ricordato che questo lembo di terra  ricade in area sottoposta a vincolo paesaggistico per l’art. 142 D.L 42/04 e per l’art. 157/06 del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio della Regione Siciliana.
Inoltre sono state dichiarate zone di notevole interesse pubblico il tratto presso la località di Manfria, con Decreto n° 15 del 21 Gennaio 1987, e il Castello di Falconara e le adiacenze in territorio di Butera con Decreto n° 1431 del 9 Luglio 1988. Questo tratto costiero, esteso per circa 20 chilometri, ricade nell’Unità Fisiografica Punta Braccetto-Licata (PAI, 2004).

Ne avranno tenuto conto?

In una pubblicazione, il Dipartimento di Scienze Biologiche Geologiche e Ambientali dell' Università di Catania, spiega il perché dell'erosione che ha fatto arretrare la costa di 65 metri dal 1998 ad oggi:
"Tra le cause è da segnalare la diminuzione degli apporti solidi da parte del Fiume Salso e la realizzazione di opere antropiche che hanno alterato la dinamica litorale. In particolare, l’eccessivo allungamento delle dighe del porto di Licata ha bloccato la deriva litorale privando le spiagge sottoflutto dell’apporto sedimentario, mentre lo spianamento di tratti del cordone dunale per la realizzazione di strutture turistiche e seconde case ha privato la spiaggia del suo naturale serbatoio di sedimenti, aumentando lo stress costiero."

Detto questo, a cosa serve domandarselo se tanto i fatti testimoniano che nessuno ha mai voluto davvero tutelare il bene pubblico, un immenso patrimonio naturalistico, sociale ed economico?
Lay Out del parco dallo studio di impatto ambientale. Senza riferimenti costieri mentre a 3810 mt sorge il Castello di Falconara ma con il nulla che si disperde nel mare infinito!


Il parco eolico off-shore più shore che off pensato così, ha tutte le carte in regola per dare il colpo di grazia alla costa.

Nello studio di impatto ambientale non si riscontrano problemi di nessun genere, sarà come se il parco non esistesse e se ci sarà non ci saranno i problemi ambientali, al limite solo vantaggi.

Ad esempio, i Cetacei? Non ci sono cetacei. Si, forse qualche turista che nuoterà in queste acque per caso resterà disorientato dalle frequenze emesse dalla rotazione delle pale ma se la caverà.

"In ogni caso, anche su animali occasionali di passaggio, il principale disturbo che la centrale potrebbe comportare è di tipo acustico...per la maggior parte di essi c’è stato una sorta di adeguamento alle frequenze indotte...In altri casi la risposta potrebbe essere l’allontanamento dall’area."

Infatti, pare che i generatori produrranno anche rumore ma noi umani non ci faremo caso grazie a quello sovrastante delle onde, (anche con il mare calmo?). Loro lo chiamano "analisi del rumore non significativa" come "non significante è la mortalità dell'avifauna", già ma quanti decibel equivale il  "non significativa"?

Gli uccelli che emigrano dall'Africa verso il Nord Europa
Si faranno i cazzi loro e nel caso impazzissero ci saranno dei radar a dissuaderli! Del resto "solo lo 0,9% degli uccelli migratori si avvicina alle turbine" Ma quanti volatili sorvolano il nostro mare?
Secondo il Parere della Regione Siciliana solo nel periodo primaverile febbraio-aprile se ne stimano oltre 45.000, tra i quali esemplari molto rari e/o meritevoli della massima tutela.

Erosione? "Anche nell’ipotesi assurda e falsa di non trascurabilità del fenomeno, una diminuzione dell’energia (onde che si infrangono sui pali ndr) comporterebbe in ogni caso un abbassamento dell’altezza significativa, con conseguente diminuzione delle forze che agiscono nel trasporto litoraneo dei sedimenti, e successivo spostamento dell’equilibrio verso un accrescimento della linea di battigia piuttosto che verso fenomeni erosivi." Eppure, come vedremo in seguito l'erosione devastane in corso è determinata anche da un importante blocco del trasporto dei sedimenti a cause di opere antropiche.

L'impatto visivo?
Anche per questo nessun problema e ci rassicurano con una foto simulazione nella quale accecati da un riflesso del sole che colpisce proprio chi vorrà accorgersi del parco, vediamo delle pale piccole piccole quasi all'orizzonte. Ma come dall'orizzonte?  ma se il parco sorgerà a sole 2 miglia! Il segreto è nella didascalia: "Vista da Licata" quindi a più di 10 km via mare. Le altre sono "Vista da Gela" 15 Km circa e "Vista da Scoglitti" 25-30 Km. Ma una dalla vista di chi il parco lo vedrà tutti i giorni da vicino (3810 metri)? Ossia dalla spiaggia del Desusino o dal Castello di Falconara?

Avrebbero potuto fare "Vista da Roma" e sono certo che nessuno si sarebbe lamentato!


Sta di fatto che nel preventivo leggiamo:

"IMPATTO VISIVO 3.1.1
Al fine di minimizzare l'impatto visivo del Parco eolico, la spaziatura tra gli aerogeneratori è stata incrementata da un minimo di 330 m (3 volte il diametro del rotore), imposto dal Decreto Assessoriale 28 Aprile 2005 e dalla Circolare n°14 del 26 maggio 2006 dell'Assessorato dei Beni Culturali ed Ambientali, agli attuali 450x800 m (ciò comporta sia una maggiore quantità di cavo di media tensione di collegamento tra gli aerogeneratori fornita e posata e una maggiore quantità di scavo subacqueo per il loro interramento sia un incremento della lunghezza delle fondazioni (profondità dei fondali più elevata)). Massima spaziatura degli aerogeneratori maggiore scavo subacqueo fornitura e posa delle maggiori quantità di cavo di collegamento tra gli aerogeneratori maggiore dimensione delle fondazioni € 5.414.500,00"

Il costo totale dell'opera stimato? € 149.868.568,06...la fortuna aiuta gli audaci mica gli ambientalisti!

Un altro punto inquietante ma "privo di effetti negativi" è il punto in cui i cavi sbarcheranno a terra.
Naturalmente si è scelto il punto più frequentato dai bagnanti, ai piedi di ciò che rimane del parcheggio. Nel punto dove le dune sono state spianate per dare spazio ad un bar, già attraversato un un canale di scolo di acque sospette provenienti da chissà dove e dove l'erosione ha causato i maggiori danni lasciando appena 6,5 metri di spiaggia mista ai detriti del parcheggio franato.
Se l'Amministrazione Comunale, malgrado le proteste, lascia una spiaggia "gioiello" in queste condizioni, si può contestare una ulteriore invasione? 

E così i bambini si potranno presto sdraiare su 136 MegaWatt posti a 1,5 metri sotto la sabbia.





Inizialmente le sottostazioni dovevano essere poste off-shore ma:
"A seguito delle indicazioni del GRTN (ex ENEL) che ha autorizzato l’allaccio solo all’elettrodotto a 220 kV, che passa a circa 7 km dalla linea di costa è stato necessario progettare la parte a terra dell’impianto, prevedendo la realizzazione di due sottostazioni elettriche (una di trasformazione a circa 1,5 km dalla costa ed una di consegna in prossimità dell’elettrodotto GRTN a circa 7 km dalla costa) e di due elettrodotti (entrambi interrati) il primo dalla linea di costa alla sottostazione di trasformazione ed il secondo da quest’ultima alla stazione di consegna."

Ovviamente si aggiunge una voce al preventivo:

"Al fine di minimizzare l'impatto ambientale, è stato pensato di interrare il cavo di alta
tensione fino in prossimità della rete elettrica nazionale (ciò comporta una maggiore spesa per la realizzazione del cavidotto e della fornitura e posa del cavo speciale di alta tensione)...
€ 6.210.824,58"

Anche in questo caso riescono a dribblare ogni tipo di vincolo ambientale!

"Queste opere pur essendo esterne alle perimetrazioni delle due aree protette sono localizzate a brevissima distanza da queste; pertanto è stata condotta la Valutazione di Incidenza.
I risultati della Valutazione di Incidenza non hanno evidenziato particolari impatti; è tuttavia opportuno programmare preliminarmente la fase di cantierizzazione. E’ da osservare che le aree interessate dai lavori sono esterne ai suddetti siti e che le opere si svilupperanno lungo assi viari (che delimitano i siti) che già di per sé stessi sono fonte di disturbo. Essendo tuttavia i siti in questione già abbastanza compromessi, soprattutto nelle aree limitrofe agli assi viari, si è ritenuto necessario non incrementare ulteriormente le forme di disturbo, soprattutto nei periodi più critici per la fauna (riproduzione e migrazione).
 
 
 E dire che nel 2008 l'ingegnere Martin Jakubowski esperto internazionale nel campo off-shore della Blue-H, venne a Gela ad illustrare l'off shore d'altura e cioè a 20Km dalla costa!
Una tecnologia che rende i generatori invisibili poiché collocati dietro la linea d'orizzonte, che prevede costi minori in quanto galleggianti e che sfrutta la maggior stabilità dei venti al lagro con una resa maggiore.
Evidentemente la Mediterranean Wind Offshore non tratta l'artico e in mancanza di politici sensibili e capaci di tutelare gli ambienti per i quali hanno creato invece i vincoli di tutela, ci beccheremo 38 pali nel Golfo a soli 3810 metri dalla riva.

Legambiente Gela da anni invita gli amministratori locali a farsi loro stessi promotori di un progetto di parco eolico off-shore che consorzi i comuni del Golfo, un modo da proporre e far realizzare un opera veramente ecologica e utile,  ma evidentemente erano occupati a fare altro.

E il Sindaco di Butera Luigi Casisi che fa?

A fine marzo 2013, in barba agli altri componenti del Coordinamento intercomunale ed interprovinciale contro il Parco Eolico, va a Roma al Ministero alle Infrastrutture ed ai Trasporti, ad una una conferenza di servizi che "mira a definire nei dettagli gli ultimi adempimenti operativi propedeutici alla realizzazione del primo parco eolico off-shore davanti alla spiaggia di Falconara e Manfria nel Golfo di Gela" e non dice perché!

"La cosa ci dispiace alquanto perché fa presupporre interessi differenti dagli altri ed un comportamento diametralmente opposto a quanto sin qui mostrato." dice il delegato locale della Cisl Salvatore Licata. "Sappiamo bene che dietro al progetto vi sono interessi giganteschi ma temiamo che il Governo, per il raggiungimento dei propri obiettivi, stia mettendo una pietra tombale sulle aspettative, in parte già realtà, di tutte le Comunità che si affacciano sul golfo di Gela in campo turistico".



- FINE? - 
P.S. Butera ha una pala eolica dal 2004...ma non ha mai girato!


giovedì 31 gennaio 2013

Desusino: interrogazione alla Commissione Europea

Ottenendo l'Interrogazione Parlamentare alla Commissione Europa chiudo un lungo ciclo di lavoro fatto attraverso il blog.

Sapevo che perseguire la strada delle responsabilità politiche non mi avrebbe portato a molto ma ritenevo importante lasciare una documentazione scritta per il futuro.

L'aver chiesto risposte alle amministrazioni locali, attraverso interviste, lettere aperte, incontri, sit-in e consigli comunali (dove ho persino fatto verbalizzare l'esigenza di individuare le responsabilità di questo delitto ambientale), mi ha messo davanti alla classica scena che si ha davanti agli occhi quando accendi improvvisamente la luce e gli scarafaggi, in un istante, corrono a rintanarsi nei loro buchi!

Le condizioni in cui versa il Desusino restano il loro biglietto da visita.
Il Desusino è un curriculum che descrive la loro incapacità, il loro disinteresse la loro scarsa sensibilità.

Il loro orgoglio, misero, si manifesta solo quando nei siti istituzionali sottolineano che il Desusino oltre ad essere protetto da "rigidi" vincoli paesaggistico/ambientali (che non sono in grado di far rispettare), è anche e soprattutto un S.I.C.

S.I.C. significa "Sito di Interesse Comunitario" e quindi mi sembrava doveroso, per amore di quella contrada, spingermi fino al Parlamento Europeo.

Dopo varie peripezie e un magistrale lavoro diplomatico fatto da Cinzia Girardo otteniamo l'interrogazione...ma non fatevi illusioni.

Purtroppo la risposta ottenuta non fa altro che confermare che il problema è la nostra politica ma almeno questo risultato limita il campo dello scarica barile.

Capitolo chiuso e finestre aperte…ora dobbiamo far cambiare l'aria e ripartire!







Dolce & Gabbana sotto il Castello di Falconara

Nel 1992 fu girato uno degli spot pubblicitari più belli.
Chi sa apprezzare la bellezza scelse come location il nostro castello.
Sembra che soltanto chi dovrebbe tutelarlo non si accorga di tale meraviglia.
Oggi, tra quelle scenografie naturali, sorge un lussuoso albergo per VIP (Charming house & resort ****)
a quali mostriamo, privi d'orgoglio, l'incapacità di apprezzare simili tesori.
In Liguria hanno trasformato spiagge di ghiaia e pietre in miniere d'oro, noi miniere d'oro in discariche.
Villeggiamo tra l'immondizia e non dispensiamo da questa neanche i nostri ospiti.

Dai Profumi alla Spazzatura

Dai Profumi alla Spazzatura
Spiaggia di Falconara, Hotel Charming house & Resort ****

Una truffa chiamata ripristino

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